La paura del nemico invisibile e la forza vitale
La paura di un nemico invisibile, incarnato nell’altro quale potenziale portatore di malattia e di morte, ci paralizza e ci fa sentire soli distaccandoci dagli altri esseri umani. In noi rimane la sensazione di pericolo incombente che tende ad amplificare stati ansiosi. In questo scenario l’analisi bioenergetica ci da degli stimoli e delle risorse importanti per ritrovare la nostra forza vitale e per riconnetterci con il centro del nostro essere.
La paura di un nemico invisibile, incarnato nell’altro quale potenziale portatore di malattia, è quella che in questo periodo si annida all’interno di un gran numero di persone.
Una paura che paralizza, che ci distacca dagli altri esseri umani, che ci fa sentire soli e che ci fa sentire che non possiamo avvicinarci all’altro per cercare conforto. Temiamo di essere un pericolo per gli altri e percepiamo gli altri come minaccia alla nostra vita.
La campagna mediatica continua a portare alla nostra attenzione numeri e morti, malattie, notizie non circostanziate e tanta confusione sulle prassi mediche da seguire, non sappiamo come prenderci cura di noi, non sappiamo cosa ci fa bene, non sappiamo quando potremo tornare alla quotidianità dell’incontro e dell’avvicinamento all’altro e questo può determinare uno stato di angoscia. Molte persone hanno perso il lavoro e non sanno in che modo contribuire in questa società. C’è chi non riesce a riconoscere e dare valore alle proprie risorse, si sente inadeguato, alla ricerca di una possibile mediazione tra ciò che sente come il proprio valore, la propria verità e ciò in cui crede da una parte e dall’altra la visione derivante dal bombardamento mediatico. Quest’ultimo inneggia al controllo, alla sicurezza, alla separazione, alla disinfezione e alla sterilizzazione, trasmettendo il messaggio che in questo momento dobbiamo mettere in sospensione la nostra vita per poi riprenderla in futuro.
In questo particolare periodo storico emergenziale la sensazione di pericolo incombente tende a riattivare il sistema innato di allarme. Si attivano così reazioni difensive che concentrano le nostre energie nell’attacco, la fuga o il congelamento amplificando stati di ansia, terrore e paura che possono portarci alla sofferenza e alla malattia. Vengono in questo modo inibite la consapevolezza dei nostri stati interni, la padronanza delle nostre emozioni e la libera espressione del nostro sé, che sono funzioni essenziali per abitare il nostro corpo, sentire la nostra forza vitale ed essere in armonia con noi stessi .
Alexander Lowen, fondatore dell’Analisi Bioenergetica dice ” Una situazione diventa angosciante quando richiede più energia di quella che il corpo ha a disposizione. Allo stesso modo ogni forza esterna che interferisca con la capacità del corpo di produrre energia può gettarlo nell’angoscia: ogni seria interferenza con la respirazione, ad esempio, crea un immediato senso di panico”.
Secondo l’approccio bioenergetico a livello corporeo gli stati di dolore, ansia, paura, terrore e rabbia limitano la respirazione. La riduzione della respirazione, della quantità e del libero circolare dell’ ossigeno, è funzionale a non percepire il dolore corporeo e l’emozione sottostante. Attraverso la tensione e l’arresto del movimento si crea il blocco energetico che porta all’ interruzione della percezione dell’armonia del corpo.
Le tensioni del corpo che si formano per “non sentire”, per difenderci da esperienze emotive intense e permettere la sopravvivenza, diventano uno scudo contro gli attacchi del mondo esterno.
In questa situazione di blocco, l’angoscia si può manifestare attraverso modalità relazionali disfunzionali verso se stessi e il mondo esterno, pensieri distruttivi e ricorrenti e attraverso sintomi corporei. Ad esempio possono manifestarsi esplosioni incontrollate di rabbia e aggressività, nervosismo, sensazione di essere pressati, tensione alla testa, emicranie, fatica mentale, risvegli notturni, pensieri cupi, compulsivo accesso a social network, difficoltà a mettere il corpo in movimento, sensazione di impotenza, etc…
In questo scenario la psicoterapia analitica bioenergetica ci da degli insegnamenti importanti per rilasciare tensioni e blocchi corporei e per acquisire risorse che diventino parte del processo di riarmonizzazione quotidiano, permettendo di gestire le situazioni fonte di stress.
Partendo dall’attenzione al respiro – alla nostra possibilità di entrare in connessione con l’esterno, lasciando entrare aria col processo dell’inspirazione e lasciando andare aria col processo dell’espirazione – ci ancoriamo al processo fondamentale che ci permette di vivere e ce ne fa gustare l’essenza.
Affianco a questo processo di base troviamo il radicamento (grounding), la nostra possibilità di essere sostenuti dalla terra, di avere una base sicura e sentire la forza nelle nostre gambe. In questo modo ristabiliamo il centro del nostro essere e la possibilità di agire nel mondo partendo da un luogo di sicurezza che nessuno ci può togliere. Poiché siamo in connessione con il tutto e apparteniamo a questo tutto, che va molto oltre la limitata prospettiva umana, possiamo riconoscere la forza vitale del nostro sé connesso alla terra che ci permette di avere fiducia e “fede”, aprendoci verso l’ambiente, perché esso non è “a priori” minaccioso e pericoloso.
Nello specifico, rispetto alle tensioni muscolari, gli esercizi di bioenergetica ne permettono il rilascio attraverso dei movimenti di carica e scarica energetica e attraverso del movimenti espressivi. Ad esempio potremmo rilasciare tensioni accumulate su spalle e schiena attraverso dei movimenti specifici, lasciando andare il “peso” che portiamo, in modo da alleggerirci e fare spazio ad altre possibilità, che potrebbero portare una sensazione di benessere e di pulsante vitalità.
Le sessioni di esercizi permettono dunque di dare uno spazio a sensazioni, emozioni ed immagini in modo da poterle accogliere, padroneggiare ed esprimere in uno spazio contenuto e protetto – invece di agirle inconsapevolmente in modo disfunzionale – e di ritrovare le nostre risorse e scoprirne di nuove.
Inoltre le sessioni di bioenergetica, in quanto esperienze di gruppo, permettono di entrare in contatto energeticamente con l’altro superando il senso di distanziamento e isolamento.
In conclusione ripristinando e vivificando la connessione con l’interno di noi e con il mondo esterno possiamo sentirci forti, centrati e in ascolto dell’intima pulsazione cellulare e della ritmicità nostra e di ogni forma di vita, ritrovando il rapporto con il nostro sé autentico e con la nostra appartenenza al cosmo.
dott.ssa Elisabetta Vespasiani